Nel Regno Unito l‘argenteria ha sempre assunto un valore di estrema importanza; l’amore degli inglesi per l’argento non è mai venuto meno, così come l’uso dell’argenteria non si è mai affievolito nel corso del tempo. L’argento inglese è stato considerato per centinaia d’anni come la cosa più bella al mondo.
L’uso di questi oggetti d’argento, non riguardò soltanto la nobiltà e il clero, ma trovò un suo spazio anche presso la piccola e media borghesia, seppur con linee e qualità differenti. I sovrani inglesi nel corso della storia favorirono lo sviluppo dell’argenteria, patrocinando i maggiori argentieri; sopratutto a partire dal 1660, con Carlo II, l’argenteria inglese suscitò l’interesse collezionistico, trovando terreno ancor più favorevole al suo sviluppo.
La teiera più antica di cui si abbiano tracce risale al 1670, viene conservata nella Silver Gallery del Victorian & Albert Museum a Londra.
Le teiere e i servizi da tè inglesi, sono sempre stati oggetti di sfrenato collezionismo, per la bellezza e l’eleganza dei pezzi; le forme e le linee si sono modificate nel corso dei secoli pur restando tipicamente riconoscibili. Ad esempio nel XIX secolo la teiera aveva forma di pera, con la parte superiore molto svasata e un ampio coperchio, al tempo di Guglielmo IV (1831-1836) si affermò la teiera con forma a melone, decorata con motivi legati al tema naturale e floreale.
Nel periodo Neoclassico, appartenuto al 700, le teiere ebbero invece una forma a tamburo, circolare o ovale, con fianchi dritti e base piatta, senza i piedini d’appoggio. Questo breve riferimento per farvi intuire come ciascun pezzo d’argenteria inglese ebbe un suo percorso storico, legato agli stili e al mutamento del gusto.
Pensando all’Inghilterra il rito del tè è sicuramente la prima cosa che viene in mente, ma l’argenteria inglese riguardò, e riguarda, una vastissima
gamma di oggetti d’uso quotidiano: posate, piatti, porta spezie, vassoi, coppe, candelabri, centro tavola, cioccolatiere, zuccheriere, pinze per prelevare lo zucchero, che in tempi antichi era quasi sempre in zollette, lattiere e molto altro.
La lavorazione dell’argento fu completamente manuale dal III millennio AC fino al quarto dell’VIII secolo, realizzata con l’uso di utensili molto semplici. Fu la Rivoluzione industriale a portare dei cambiamenti nel metodo di lavorazione; in quel periodo venne introdotto l’uso di parti prefabbricate, prodotte in serie, per teiere, caffettiere e altri oggetti.
I decori minuziosi e precisi, realizzati dagli argentieri, continuarono ad essere effettuati a mano, perché nessuna macchina sarebbe stata in grado di riprodurli. L’avvento dell’epoca vittoriana, con la scoperta della procedura di argentatura elettrochimica dei metalli, contribuì alla realizzazione di oggetti a più basso costo.
Per quanto riguarda la certificazione di qualità dell’argenteria inglese, nel corso della storia, i marchi applicati sugli argenti di qualità si sono modificati in base alla purezza dell’argento utilizzato. Ad esempio nel 1300 il marchio a testa di leone, chiamato “King’s Mark” indicava che solo
l’argento contenente almeno 925 parti di metallo puro veniva marcato come oggetto di vero valore.
Nel 1697 l’autorità in materia elevò la quantità di argento puro che doveva essere presente, da 925 a 958,4 e il simbolo d’identificazione divenne quello della Britannia.
La maggior purezza conferì al metallo maggiore malleabilità favorendo la nascita di nuove linee e nuove forme. I marchi comunque, nel corso della storia, sono apparsi e scomparsi, da simboli si sono trasformati in lettere e viceversa,basti pensare che tra la fine del 1700 e la fine del 1800 sull’argenteria inglese si trovavano ben 5 marchi.
E’ indubbio come la bellezza, la lucentezza e la lavorazione attenta dell’argenteria inglese ne abbia fatto oggetto di ammirazione e desiderio nel corso dei secoli, con pezzi da collezione unici e prestigiosi per chiunque ami abbellire la propria abitazione con questo genere di accessori.