L’ epoca detta del “Direttorio” francese si estese dal 1795 al 1804 circa; si trattò di uno stile classicista transitorio che precedette lo stile Impero.
Da un punto di vista della mobilia e dell’arredamento in questo periodo si verificò l’adesione ad un maggior rigore neoclassico, caratterizzato da una maggiore severità delle linee, che persero le rotondità a favore di forme più spigolose. Per quanto concerne l’uso dei colori vennero abbandonate le tinte pastello in favore della cupa eleganza del mogano, per altro il tipo di legno maggiormente apprezzato, insieme al noce e al castagno. I motivi floreali tipici dell’intarsio dei periodi precedenti vennero abbandonati, in favore di motivi più semplici e lineari, sostituito addirittura da grandi superfici di legno dipinto e cerato.
Tra la mobilia di questo periodo spiccò sicuramente il divano-letto ispirato al modello di divano greco, caratterizzato da spalliera con linea dritta, di forma leggermente svasata nei braccioli laterali, con zampe dalla forma curva, realizzati per lo più in mogano o noce, tappezzati con stoffe pregiate come il velluto. Il tipico divano letto di questo periodo, poteva addirittura mostrare soltanto i braccioli laterali, senza schienale, decorati tramite intarsio con motivi come palmette, flauti, teste d’aquila. In ogni modo si trattava di divaniletto dalla struttura molto solida. Altro mobile alla moda fu l’athénienne, una sorta di alto
bruciaprofumi dalla forma a tripode, che tuttavia fece la sua comparsa già nel 1763, illustrato per la prima volta in un dipinto di Vien.
Durante il Direttorio conobbe molta diffusione anche il tavolo da pranzo di forma ovale o rotonda, mentre le sedie acquistarono una forma particolare, caratterizzata da uno schienale tappezzato con forma arrotolata, leggermente ad S, con gambe affusolate dette “a sciabola”. Sia nelle sedie, che nelle
poltrone, la preferenza fu per una tipologia di schienale avvolgente detto a “gondola”.
Alcune sedie, sopratutto quelle usate nelle biblioteche e negli studi, presentarono linee massicce e imponenti, con imbottiture in cuoio. L’ornamento intagliato, tipico di questo mobilio, era composto da margherite, stelle, vasi, filetti in rilievo e emblemi bellici. Le tecniche costruttive utilizzate in questo periodo non subirono sostanziali trasformazioni e rimasero principalmente quelle usate nei periodi precedenti.
Il direttorio vide il ritorno al legno massiccio, con motivi decorativi che si rifacevano al passato classico e al mondo egizio, seppur più austeri e lineari rispetto alle tendenze precedenti. Il Bronzo dorato fu una rifinitura molto usata, assieme ai tendaggi in cotone stampato, nero e avorio, ma anche rosso, verde scuro e oro furono le colorazioni prescelte.
Le decorazioni degli interni si fecero generalmente più chiare, caratterizzate da pareti intonacate e tendaggi in tessuto con bordi classici, oppure provviste di carta da parati con motivi d’ispirazione classica. Non mancò, anche in questo periodo, l’uso sapiente di candelabri e specchi.
Lo stile direttorio, essendo come detto in precedenza, un periodo di transizione tra la moda di Luigi XVI e lo stile Impero, presentò caratteristiche di entrambi i periodi, mostrando però una propria psicologia influenzata sicuramente dalla rivoluzione francese e le sue conseguenze.
Tale tipo di arredamento cercò infatti di unire l’eleganza al desiderio di ordine e moderazione.